"Lapis" edizione 05/'03
"Il ciliegio è il
primo tra i fiori, come il guerriero è il primo tra gli uomini"
Quest'antico proverbio giapponese mi sembra il più
consono per i rinnovati clangori di potenza che risuonano sulla terra,
con la speranza che qualcuno si ponga, in merito alla similitudine
scontata per la cultura d'origine dei kamikaze, qualche domanda.
La festa della primavera in quel lontano paese si basa su un rito,
con gran partecipazione popolare, che dell'attimo caduco della bellezza
rappresentata dalla fioritura fa un evento simbolico del nostro destino
d'uomini.
Io, a mio modo, vengo da una lunga passeggiata dedicata a tale rito;
ho cercato, nel bosco, i segni e le ferite lasciate sui fiori di ciliegio
e di tarassaco, nonché purtroppo sui germogli d'acacia, dalla
gelata che ha colpito parte del nord Italia, nella notte del 7 di
aprile.
Ho lasciato fuori dalla porta le scarpe inzaccherate e nelle ossa
ho un gran gelo per la temperatura ben poco primaverile, ho avuto
oggi anche l'occasione di sentire il grande brivido sussultorio della
superficie terrestre.
Dall'arido campo vi propongo quindi l'aridità d'alcuni dati
e fenomeni economici:
" Nel 2002 + 63% di movimenti intracomunitari di miele, rispetto
agli anni precedenti.
" Nel 2002 + 20% d'importazioni di miele in Italia, rispetto
al 2001.
" Nel 2002 + 55% del prezzo medio del miele importato in Italia,
rispetto al 2001.
" Attualmente le quotazioni all'ingrosso di miele sono arrivate
sulla piazza del Messico fino all'offerta di e 2.90 al Kg. di miele
al produttore, cui vanno aggiunti, ovviamente, i costi di trasporto,
dazio ecc
" L'eventuale riapertura delle forniture dalla Cina di derrate
zootecniche non è scontata ed è resa più difficile
dall'insorgenza della terribile polmonite virale che colpisce l'uomo.
Tale blocco commerciale non è probabile che si protragga all'infinito,
ma l'eventuale riassestamento delle disponibilità di miele
e quindi dei prezzi mondiali pretendono un periodo non breve.
" Gli USA e l'Australia (paese fino ad ieri grande esportatore)
si contraddistinguono, negli scambi mercantili, per la forte richiesta
di miele.
La congiuntura attuale del mercato mondiale del
miele non presenta, quindi, più quegli andamenti sostanzialmente
"piatti"con cui è cresciuta l'attuale leva d'apicoltori
in Italia.
Lo scenario possibile d'evoluzione, negli anni a venire, è
quindi quello che non presuppone, necessariamente, la disponibilità
di grandi scorte di miele a prezzi contenuti e concorrenziali.
E' un buon momento per quanti sanno produrre. Il produrre miele però,
come oramai si è capito in varie parti del mondo, rischia d'essere
sempre più difficile e complesso.
Speriamo possa essere un'occasione anche per l'apicoltura italiana
con l'augurio che madre natura ci regali, finalmente, una buona stagione
ché dell'aiuto pubblico (o meglio della sua promessa) siamo
abituati a fare, anche, a meno a condizione che i melari pieni ci
consentano "d'investire sul futuro".
Francesco Panella
Novi Ligure, 12 Aprile
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