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Apicoltura in Ungheria

 

UNGHERIA: Nuovo membro della Communita' Europea

La repubblica Ungherese é situata tra 47. e 49. gradi di latitudine e 16. e 22. gradi di longitudine, si trova nella parte orientale dell'Europa Centrale. Á causa della questa situazione il paese, che significó dagli anni 900esime (dalla fondazione del regno ungherese) al 1920 (quando Ungheria storica perdí 2/3 del suo territorio e 1/3 della minoranza nazionale ungherese) la tutta bacina Carpathica, fu sempre una ponte tra Est e Ovest. Il suo territorio é di 93.000 chilometri quadrati e vivono attualmente 10 millioni di persne E'molto sviluppata d'agricoltura e anche l'apicoltura é favorevole: p.es.l'Ungheria é tra i piú grande esportatori di miele. Al circa 20 % del territorio ci sono foreste.
Le regioni geographichi importanti sono:
" a./ il Trasdanubio ( o Pannonia) che é una regione collinosa dove le condizioni sono generalmente ottime per l'apicoltura specialmente, a Sud del Lago Balaton.Ci sono molte foreste d'acacia e tiglio qualche castagno ma anche il colza dá buoni risultati.Nella parte occidentale del lago Balaton e accanto ai fiumi Drava e Danubio il Solidago gigantea e altri specie del Solidago sono buoni piante nettarifere
" b./ ad est dal Danubio che attraversa e la Grande Pianura dove la qualitá del suolo arabile é eccelente, ecetto certe regioni con suoli sabbiosi. Dal punto di vista apistico questi territorii rivestono un ruolo importante, non solo perché qui ci sono molti foreste d'acacia ma anche per la notevole presenza di in malerba Asclepias syriaca, che dá un miele fino con elevate percentuali di fruttosio, che cristallizza molto lentamente. L'agricoltura moderna puó contribuisce notevolmente alla buona riuscita dell' apicoltora per i grandi terreni sementini di senape (Brassica napus) e specialmente i varie tipi di girasole (Helianthus annuus) che possono dare la metá o 2/3 della produzione annuale die miele. Nella parte settentrionale della Grande Pianura, a nord-est della paese, ci sono estese foreste d'acacia (Robinia pseudoacacia). Il microclima della pianura é arido e secco al fine del estate
" c./ anche nei monti settentrionali ci sono grandi foreste d'acacia che permettono il nomadismo e la raccolta si puó radoppiare.Gli apicoltori incominciano la raccolta al Sud da dove dopo una o, in anni specialmente fortunati uno e mezza settimana trasportano le api a Nord. Il nomadismo é costoso e chiede la presenza personale continua del apicoltore; non bisogna poi dimenticare i rischi perché, p.es. in base ad osservazioni la raccolta del acacia é solo in due anni eccelente, in tre anni mediocre, in tre anni debole e in due anni completamente inefficace durante in uno decennio medio.
Brevemente dalla nostra piú importante piante nettariferio, acacia che non é un membro della flora archaica in bacino Carpathico ma un arbore importato dal Mondo Nuovo.( Un errore che mi faceva sorridere in un gran film di successo degli ultimi anni "Conquista della patria" era che i tribi arche-ungheresi sotto direzione di capo Árpád - nell' eccellente interpretazione di Franco Nero- marciavano davanti agli alberi acacia.) Il fatto é che questa pianta é cosí diffusa nel territorio dell'Ungheria storica (p.es. in Transylvania - che ora fa parte della Romania) é merito é di un grande innovatore dell'agricoltura ungherese: dell'ecclesiastico evangelico Samuel Tessedik (1742-1820).A partire del secolo diciottesimo esistevano non solo foreste ma venivano piantate piante anche accanto alle vie e fattorie á causa della sua utilizzazione multilaterale.Nell'ultimo terzo del secolo primo,il membro dell'Accademia Scientifica Ungherese, Béla Keresztesi fece molto in selezione e ibbridizazione degli varie tipi d'acacia quali hanno faverovele propriete non solo dal punto di vista apistiche ma anche forestale e legno-industriale.Purtroppo oggi l'acacia ufficialmente é considerata come una razza arborea invasiva, del cui ecosistema é povera.Ungheria ha ancora piú territorii forestale d'acacia che insomma in altri paesi europeani.Non é necessario di presentare il miele d'acacia per i lettori italiani ma penso che anche le sostanze aromatiche che io studiai e identificai con l'aiuto di methodi gas-chromatographiche e microbiologiche primo di 20 anni, contribuiscono ad identificare come uniche le qualitá di questo miele. Il contenuto di polline che da la sfumatura verde púo essere alto ( piú di 30 - 40 % ) ma il colore per se non é piú importante di prevalenze del fruttoso in spettro zucchereiero. Il anno anno piú di 16.000 tonnellate di miele sono state esportate in Germania, Francia, Austria e Italia; circa la metá di questa quantitá era miele d'acacia. Negli anni cinquanta l' Ungheria vendé alla Cina una quantitá di piantine d'acacia ció portó alle consequenze conosciutei: la presenza e concurrenza del miele acacia cinese causa discussioni ripetuti non solo per problemi di piú bassa qualitá ma dal punto di vista igienico..L'alta qualitá del miele d'acacia ungherese nel momento della produzione é un fatto. Per questo é deplorevole che certi mesculino mieli e li vendono come miele d'acacia ungherese.

I piú importanti dati

Il numero delle arnie e cosí la densitá delle api é molto alto : cca. 15.000 apicoltori registrati avevano nel 2003 secondo dati ufficiali 870.000 arnie. Quest'anno la produzione totale éra 21.900 tonnellate. Nondimeno da notarsi che il anno 2003 éra un anno eccezionale: la produzione media totale dal 1994 al 2003 é stata di 16.000 tonnellate accanto ad una esportazione media di 13,200 tonnellate dello stesso periodo. L'aumento del numero delle arnie dal 1989 ha molte cause p.es. á causa del calo delle spese di fabbricazione ma primo di tutto che l'agricoltura, trascurata per i governi differenti ha sofferto un regresso continuo con la consequenza della disoccupazione crescente. La densitá alta delle arnie non solo argina di trarre vantaggio del pascolo apistico ottimalmente ma causa problemi veterinarii p.es. nel caso della varroasi per sua reinfestazione continue che si reallizzarano inevitabilmente durante del nomadismo.
L'apicoltori ( in parte professionisti) chi hanno piú di 150 arnie, insomma hanno 25 % del totale numero dell'arnie. 14 % degli apicoltori sono laureati o hanno diplomi di scuola superiore. In b ad una statistica, cca 24 % degli apicoltori ha piú di 50 anni e 40 % (!) di loro piú di 60 anni.

Ape carnica

La razza generale che alleviamo é l'ape A.m..carnica le cui caratteristiche sono stati formate da molte da molte influenze per l'importazione della razza ligustica (specialmente in tempi della Monarchia AutriaCa-Ungherese). L'istituto di Gödöll? controlla sistematicamente alcuni arnie per allevamento in ogni apicoltura. (Ci sono circa 40 quale apicolture controllate.) Purtroppe non c'é un lavoro sistematico per la selezione anche se sarebbe necessario.Ogni apicoltore conosce che la raccolta dell'acacia puó riuscire solo con l'aiuto d'arnie forti. La nostra razza carnica, accanto á suoi meriti indiscutibili é la forte tendenza alla sciamatura che ha luogo specialmente durante la fioritura dell'acacia.(P.es.l'anno primo la sciamatura accadesse al minimo in terzo dell'arnie produttive senza preparazioni lavoroesigenti) C'é communque polemica tra gli apicoltori apicoltori chi vogliono importare oppure solo esaminare anche altre razze (ligustica o Buckfast) e quelli che stanno ansia per la perditá possibile in uniformitá.(Ora il importazione d'altre razze di api non é possibile ufficialmente ma secondo me come srissi nella traduzione ungherese del libro "L'allevamento delle regine" di G. Fert, la curiositá eterna di uomo eluderá ogni norma legale.)

Attrezzatura

Dall'anno 1998, l'apicoltori possono ricevere contributi materiali sotto condizioni rigidi e per scopi differenti perché il sviluppo technicale é ritardato in seguioto alla mancanza della standardizzazione. Anche adesso ci sono tre misure diverse di telaini (42 x 36;42 x 27; 42 x18 cm) insieme con le arnie adequate. L'arnie Dadant-Blatt é conosciuta perché l'autore di questo articolo come importatore d'attrezzatura apistiche lo ha propagato con il risultato che piú di 1000 quali arnie sono in uso.
Alcuni personalitá apprezzati in apicoltura ungherese sono, p.es.: Barone B.Ambrózy che ebbe il secondo mezzo del Ottocento la piú grande apicoltura e esportó molto un ecotipo della razza carnica, A.mellifera banatica che éra considerata secondo certi esperti come un ibrido di carnica e ligustica. I. Boczonádi-Szabó ha creato alcuni tipi d'arnie, tra cui un arnia horizontale (in quel tempo per una famiglia) coi 24 telaini da 42 x 36 centimetri.Questo tipo ora considerato come disusato ma é un fatto che due terza dell'arnie usati sono quali, forse per sua manipolazione semplice. Prof. Z. Örösi Pál (1904 - 1986) ha contributo con molto osservazioni alla scienza apistiche, lui ha elaborato un metodo del allevamento di regine direttamente dalleuova. Molto esperimenti e pubblicazioni squisiti derivano dalT. I. Szabó ( 1935-) ma lui lavorava e vive in Canada.

 

 

 

Problemi veterinarii apistiche- prevenzione, controllo

C'é una rete per la prevenzione e il controllo delle malattie delle api con la participazione degli apicoltori volontarii e esperti che in collaborazione coi veterinarii ufficiali esaminano tutte apicolture una volta all' anno e se il apicoltore vuole fare nomadismo.Quindi, per il nomadismo ci vuole una dichiarazione veterinaria é una registrazione breve al municipio ( all'inizio e alle fine del nomadismo) dove le api sono stati mosse.Gli ispettori volontarii, che collaborano occasionalmente per rilasciare le dichiarazioni e una volta all'anno per esaminare ogni apicoltura, ricevono un premio modesto á base al numero delle arnie. Il nomadismo é vietato normalmente per alcuni mese nel territorio dei comuni dove la presenza delle peste americane é dichiarata. Il trattamento della peste americana con antibiotici é praticalmente inefficace, per cui é necessario isolare e distruggere le famiglie infette (con il materiale contenuto nell'arnia). Se piú della metá dellearnie in apicoltura fossero infetti, bisogna uccidere tutte di arnie.Il proprietario delle arnie abbatutte, secondo i prezzi attuali, riceve un'indennitá statale. Questa sistema con collaborazione attiva degli apicoltori, funziona ora perfettamente. Purtroppo la possibilitá delle infezio piú frequenti non é esclusa in caso di nomadismo in quei paesi che sono o saranno ugualmente membri della CCE ma dove la pratica veterinaria non é cosí conseguente.
Altre malattie é la varroasi che causa perdite significhe e dal 1979 é presente in Ungheria. Medicine registrate per qeuesto problema sono: Apiguard gél, Api Life Var, Apivar, Bayvarol, Fluwarol, Perizin e i nastri Antivar che contievano amitraz. L'ultimo prodotto é usato piú frequentamente incontro del fatto che suo uso chiede molto lavoro: secondo á un modo perfetto al minimo 7 volta (allora in ogni terza giornata) in un ciclo della covata ma solo trattamento in serio é in generale insufficiente á causa di densitá alta d'api. L'autore del quest'articolo segue come profilassi da anni con successo il metodo alternativo al questa schema: p.es. l'anno 1: Bayvarol come trattamento d'estate + Perizin come trattamento invernale;l'anno secondo: Apivar e l'acido ossalico (che dá simili risultati di Perizin). Per il momento non c'é una resistenza registrata contro coumaphos (Perizin) me la causa puó essere che non c'é un lavoro di indagine per l'uso limitato di Perizin. Dal 1o maggio 2004, l'uso di certi antibiotici p.es.di Fumagillin (prodotto dall Farma Chinoin-Sanofi in Budapest) contro la nosemiasi o una combinazione di tetracyclina e neomycina contro la peste europeana sono proibiti.L'apicoltori ungheresi che registrano le loro arnie possono ricecvere come sostegno una somma annuale (750,-HUF= 3,00 Euro/arnie) per comprare medicine contro la varroasi.Una novitá interessante per trattamento della varroasi é l'arnia Kónya dove i telaini hanno una forma circolare ma la soluzione tecnichale per il comando automatico con microcontroller é adattato al un 'apicoltura mobile (e costosa). Il principio sarebbe che l'uovo del acaro é sempre sopra dentro celle operculate. Se la posizione delle celle covate é cambiato verso direzioni opposti, il sviluppo del acaro (e anche del regine api) sarebbe stato sventando. Sebenne non siano convincente risultati in uso fattoriale, l'inventore e la ditta Anivet fa molta promozione per questa soluzione perché con l'aiuto della questa sistema i problemi residuali sarebbero indubbiamente eliminati.

Rappresentazione d'interesi

L'Associazione Nazionale degli Apicoltori Ungheresi (OMME) che é nato negli anni settesime del Ottocento non solo poteva conservare l'unitá degli apicoltori ma ottenire p.es. una casa residuale al nazionalizzazione il 1948 insieme con sua cessazione per forza dal parte del nuovo impero communista. Le sperimentazioni per collettivizzare anche l'apicoltura all'inizio degli cinquana anni per fortuna fallirono anzi dopo 1956, la rivoluzione anticommunista l'apicoltura privata poteva svilupparsi nonostante che solo una compagnia monopolistica era autorizzata al commercio del miele in paese e all'estero.(É caratteristica al privatizacione incontrollata dopo il cambio sistematiche che la totale sostanza della compagnia disparino).In parte á causa di conflitti tra questa compagnia e gli apicoltori privati nel 1984 c'é stata la rifondazione dell'associazione con il controllo del ministerio agrario.Oggi cca due terza degli apicoltori ungheresi cióe 10000 gente sono membri dell'associazione.Due anni fa che anche l'apicoltori professionisti(che hanno generalmente piú di 200 alveari) hanno formato una loro organizzazione.
La produzione é costosa perché senza nomadismo quest'attivitá non puó essere reddittizia. Contrariamente alla pratica di molti apicoltori in altri paesi, l' 83% degli apicoltori vende suo raccolto senza imballamento alle ditte specializzate. Purtroppo, anche queste esportano nostro miele generalmente in barile, allora il prezzo dipende dall situazione attuale del mercato internazionale.
Dal fine novembre 2004 al fine febbraio 2005 in Brusselle gli apicoltori ungheresi fecero scalpore per 6 (!) ondate di dimostrazioni, protestando contro i regoli e pratica liberali del commercio del miele in Communitá Europea. I dirigenti dell'associazione incontrarono i rappresentanti delle commissioni competenti (l'ultima volta all'inizio di marzo 2005) e hanno regalato un vetro di miele con l'iscrizione "Sono miele europeo, aiutatemi"
Le piú importanti richiestei degli apicoltori ungheresi come i maggiori esportatori durante queste dimostrazione sono stati che:
" la CE deve bstabilire regolei e controlli ben precisi dell'indicazione del import
" deve essere obbligatoria l'indicazione dall'origine al contenuto del vetro (é caratteristico che una catena internazionale di magazzini ha segnato il contenuto del vetrino come "mieli originati dalle CE e non CE paesi" in Ungheria)
" sia vietato mischiare i diversi tipi di miele dalle paese differenti anzi dagli territori geographici differenti. (Non solo per l'esportatori ungheresi che mandano in barili loro trasporti controllati era penoso che p. es. diversi tipi di polline dalle regioni d'emisphero meridionale sono stati trovati in vetri del miele acacia in Francia con un'indicazione come miele ungherese/francese d'acacia)
" quindi, il consumente potrá decidere, in base allei informazioni corette i quale qualitá desidera
" i controlli della produzione,della confezione e del commercio non solo in territorio della CE ma ovunque il miele é importato
" la ricerca dei pesticidi usati in agronomia dall punto del visti apistiche
" nominare un responsabile alla CE che si occupi di questi problemi e anomalie.
Queste richieste sono importanti non solo per l'apicoltori ungheresi ma per ogni apicoltori europeo perché: a./ i diversi tipi del miele che derivano dal Cina e Sud-America possono significare un rischio per i consumatori e b./ in prospettiva, i prezzi bassi (dumping) possono distruggere la produzione apistiche in tutta Europa

Relazioni italiano-ungheresi in apicoltura

I primi contatti registrati sono conosciuti dal mezzo del secolo diciottesima alla prima guerra mondiale quando la razza ligustica éra importata. Dopo seguí una pausa lungha solo coi incontrati personali occasionali.Ma il 1991 l'autore del quest'articolo organizzaró un viaggio di studi solo per dodici, il anno seguente giá per 130 apicoltori ungheresi. L'ultimo viaggio di studi fu nell' ottobbre 2001. Il fatto e che i participanti sentivano queste gite per utile é il merito e stato dei nostri amici apicoltori italiani che furono aperti a questi incontri e specialmente il amico Giuseppe Rossi di Ravenna purtroppo prematuramentwe scomparso nel settembre del 2000. Anche un gruppo d'Associazione di Ravenna organizzó un simile viaggio in Ungheria il 1993. Mi auguro che queste iniziative continuino anche per il futuro e diventino sempre piú un'utile abitudine.

Programmi professionali piú importanti

A fine gennaio: Giorno Regionale di Trasdanubio. Scena: L'Universitá di Agronomia di Kaposvár; l'organizzatore: S.Imre Csonka; e-mail: csonkai@mail.atk.u-kaposvar.hu;
a fine febbraio o il primo sabbato di marzo: Giorno Nazionale Apistiche in Székesfehérvár, Centro Edificio di ditta Videoton - organizzatore: Imre Selmeczi (tel./fax: 036 11 337 677; e-mail:siesh@axelero.hu ) e Gyula Nagy ( 036 30 946 2778);
il primo sabbato d'agosto: Mostra Internazionale del Miele in Jászberény, Centro Culturale "Déryné" - www.interj.datanet.hu/deryne;e-mail: ifjhaz@mail.datanet.hu
Specialmente le ultime due manifestazioni sono molto frequentatei con piú di 2.000 visitatori.
Espositori chi possono anche vendere in Euro o HUF se domandano un numero di tasso (detaglii dall'autore) sono non solo benvenuti ma chiamati!

Indirizzi utili in Ungheria

Associazione Nazionale d'Apicoltori Ungheresi: - sede: H-Budapest, Viola u. 50;tel./fax:036 1 216 0015 -www.omme.hu ; presidente: Péter Bross;
Nostra rivista:"Méhészet" (Apicoltura)-editore: Péter Bross;suo e-mail:brossp@axelero.hu
Istituto di Ricerche per Animali Piccoli, Departamento l'Apicoltura: -H-2100 Gödöll?,Isaszegi út; caposervizio:Szalainé Mátray Enik?;www.katki.hu;e-mail:matray@sunserv.katki.hu;
Istituto Veterinario Nazionale-H-1149 Budapest,Tábornok u. 2.- l'esperto apistiche: Dott.vet. György Csaba;http://sgicenter.oai.hu/oai/

Avvertimento del'autore

Ci sono rappresentazioni artistiche d'apicoltura o personaggi in relazione con apicoltura che sono veramente un parte del tesoro culturale nazionale. Purtroppo, il numero degli d'oggetti d'arte sono pochi e non abbastanza conosciuti anche agli storici dell'arte. Dal punto di visto del apicoltura universale, sarebbe utile una collazione di queste rappresentazioni. Cerco dei quali collaboratori chi siano competenti in materia e pronti per raccogliere oggetti in relazione all'apicoltura.(L'autore conosce solo la stemma dei Borghese in San Pietro coi motivi con ape ma é certo che ci sono altri simili rappresentazioni italiani).Lo scopo della ricerca sarebbe un libro di collezioni: un regalo squisito anche i non-apicolturi, dove questi oggetti d'arte nazionali insieme ad una breve didascalia sarebbero divulgati.Ora sono cero della collaborazione del Museo Apistico in Radovjica/Slovenia e probabilmente da parte d'Apimondia ma purtroppo mancano ancora contatti con molti paesi:
Dr.György (=Giorgio) T ó t h
H-6900 Makó
Széchenyi tér 25.
(Farmacia "Corso")
tel./fax: (036) 62 510 390
e-mail:drtothgyorgy@vnet.hu



Apicoltura 2000 i Alesssandro Smiriglia